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Divezzamento: tappa fondamentale nella vita del bambino, in grado di ipotecarne il futuro!

Per la rassegna "L'alimentazione è una cosa seria" abbiamo chiesto un parere esperto, anzi specialistico, alla dott.ssa in Dietistica, Claudia Centoducati per fornire risposte esatte alle mamme oltre che consigli utili per una dieta corretta e benefica. Per divezzamento si intende il passaggio da una alimentazione esclusivamente lattea (materna o artificiale) ad una diversificata, costituita anche da cibi solidi o semisolidi.

E’ vero che il divezzamento influisce sulla  costituzione dell’organismo e sul destino biologico del bambino?

Verissimo! Recenti acquisizioni sullo sviluppo dell’apparato digerente e del sistema immunitario confermano il ruolo determinante dell’alimentazione nel prevenire patologie croniche degenerative dell’età adulta quali obesità, aterosclerosi, ipertensione e diabete. E’ stato dimostrato ad esempio che un divezzamento ad elevata concentrazione di zuccheri è in grado di indurre la produzione di particolari enzimi favorenti l’obesità (lipogenici).

 

Qual è il periodo più corretto per iniziare il divezzamento e perché?

Uno dei punti più controversi del divezzamento riguarda proprio la sua epoca d’inizio. Si presume che verso il quinto mese il lattante abbia acquisito una adeguata funzionalità renale, una maturazione neurologica (per il controllo della testa e l’accettazione del cucchiaino), un completamento della barriera della mucosa intestinale necessaria per contrastare le allergie alimentari e una adeguata produzione di enzimi deputati alla digestione di amidi, proteine ecc. Non vi è alcun valido motivo per iniziare il divezzamento prima dei 5 mesi dato che sia il latte materno sia quello adattato sono in grado di soddisfare i vari fabbisogni. Prima dei 4-5 mesi la secrezione di amilasi, enzima capace di digerire l’amido, è pressoché assente nella saliva e decisamente scarsa nel distretto intestinale (amilasi pancreatica).  Dal sesto mese di vita compiuto si può iniziare lo svezzamento, cioè l’integrazione di cibi solidi e semisolidi (biscotti, frutta, pappe, minestrine) all’alimentazione con solo latte (materno o formula adatta per il primo semestre). Il divezzamento non va rinviato oltre il sesto mese perché condiziona negativamente l’apprendimento in quanto si supera il suo periodo ottimale (cosiddetto periodo sensitivo). Va tra l’altro precisato che una esclusiva dieta lattea materna dopo i sei mesi può risultare insufficiente a soddisfare le diverse esigenze nutrizionali del lattante. Vi è pertanto il rischio di incorrere nel ritardo di crescita e di sviluppare deficit immunitari.

 

Quali sono gli alimenti più corretti per iniziare il divezzamento?

Prima di tutto all’inizio dello svezzamento sarà opportuno somministrare un alimento per volta in modo da individuare possibili intolleranze o allergie alimentari. Si arriverà al pasto misto dopo aver testato gli alimenti singolarmente. Inoltre è consigliabile somministrare alimenti a densità crescente per abituare il piccolo ad un alimento non liquido come il latte.

Gli alimenti per il divezzamento si dividono in alimenti di origine vegetale (cereali, legumi, ortaggi, oli, frutta) e alimenti di origine animale (carne e formaggi).

Il primo piatto è costituito dai cereali. Particolarmente indicati per la digeribilità e la praticità di somministrazione risultano le creme (o farine bianche) precotte. All’inizio del divezzamento si utilizzano cereali privi di glutine (riso, mais, tapioca, miglio) ma subito dopo vanno testati anche quelli contenenti glutine per aiutare ad individuare una eventuale celiachia o intolleranza al glutine. Quindi introduzione del glutine non dopo i sei mesi. I cereali contenenti glutine sono: frumento, orzo, segale, avena.

Quindi per la prima settimana di divezzamento la pappa sarà costituita da cereali senza glutine e da frutta (mela o pera grattugiata). La pappa (es. crema di riso, mais e tapioca, pastina aglutinata) sarà cucinata con brodo vegetale e condita con olio extravergine d’oliva e Parmigiano. Sarà il pediatra ad indicare le dosi.

Dopo una settimana si consiglia di aggiungere alla pappa verdura liofilizzata e carne liofilizzata. Generalmente i pediatri inseriscono l’omogeneizzato verso i 7 mesi mentre la carne fresca cucinata in casa dopo i 10 mesi. Il liofilizzato di carne ha una minore densità calorica rispetto all’omogeneizzato, un maggior contenuto di ferro, si conserva più a lungo, ha una migliore digeribilità e mantiene meglio il valore nutrizionale in quanto non denaturato dalla sterilizzazione.

Dopo due settimane si possono introdurre i cereali con glutine (semolino, crema d’orzo, crema multi cereali, pastina sabbia d’oro) aggiungendo alla pappa carne liofilizzata.

 

Come comportarsi invece nei mesi successivi? Quali alimenti devono essere introdotti nella dieta per il lattante dai 7 mesi in poi?

Dai 7 mesi i pediatri consigliano di introdurre tra le alternative di primi il passato di legumi (lenticchie, piselli, ceci, fave, fagioli) da mangiare da solo o in abbinamento alla pastina o alla crema di cereali. Come secondo oltre all’omogeneizzato di carne (manzo, pollo, vitello, tacchino) si passa ad introdurre l’omogeneizzato di pesce (orata, spigola, trota)  e il formaggino ipolipidico. Come frutta si può introdurre la banana.

Dai 10 mesi tra i secondi si può introdurre la carne al vapore (agnello, manzo, pollo, cavallino, vitello), il pesce fresco (platessa, orata, merluzzo, sogliola, spigola) , l’uovo (metà tuorlo d’uovo), il prosciutto cotto senza polifosfati e i formaggi magri (ricotta, robiola magra, stracchino) .