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Togliamo le foto di bambini su facebook

Secondo uno studio americano il 92% dei bambini sotto i due anni è presente su internet già dai primi mesi di vita. Infatti, sempre più genitori inseriscono le foto dei loro figli sulla rete, perché giustamente sono desiderosi di mostrare al mondo intero quanto belli siano i loro pargoli. Perché rischiare che delle nostre immagini di famiglia qualcuno possa farne un uso improprio? Perché dare la possibilità a chicchessia di appropriarsi dell´immagine del nostro bambino mentre fa il bagnetto o è in costume, gioca o sorride? Tutte immagini innocenti che, però, possono rappresentare materiale prezioso per chi confeziona siti pedopornografici. Soprattutto se l´immagine è accessibile a tutti, senza alcun controllo.

L´uso di immagini di figli minori da parte di un genitore su Facebook è perfettamente lecito, ma sconsigliabile: chi realizza pedopornografia ritiene più che appetibili immagini di questo tipo, in qualche modo “introduttive” a quelle più “gravi”. Anche la limitazione della condivisione delle immagini ai soggetti con i quali vi è scambio di amicizia non offre completa garanzia, in particolare quando gli amici di Facebook sono tanti e questi possono a loro volta “taggare” la foto. In particolare le immagini “estive” dei minori, quelle “private” sono ricercate dai pedofili. Se si concede amicizia a centinaia di persone la barriera diventa molto labile. Va in tal senso citata una sentenza penale del Giudice di Pace di Foggia, che ha condannato un individuo, il quale, dopo essere stato invitato al battesimo del figlio di una coppia di amici, ha pubblicato le foto del bambino sul suo profilo facebook, senza il consenso dei genitori (consenso prestato a scattare le foto durante la cerimonia e il banchetto, non già alla loro pubblicazione su facebook). Altro problema è quello dell´accesso all´apertura di account su facebook per bambini e adolescenti. Facebook richiede, al momento dell´iscrizione, che gli utenti abbiano un´età minima, ma non può far altro che fidarsi della dichiarazione di chi usufruisce del servizio. Attualmente, infatti, non esiste un sistema di verifica dell´età. Tanto meno Facebook attua una politica di controllo, viaggiando al limite della legalità. In attesa di leggi ad hoc, oppure delle prime cause di risarcimento contro Facebook, cerco di fare leva sulle capacità genitoriali dei lettori, invitandoli a vedere il film “Trust”, in cui Clive Owen interpreta il dramma di un padre di una adolescente attirata nella trappola da un pedofilo attraverso un falso account in chat.

 
avv. Massimiliano Arena
 

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Massimiliano Arena vive e lavora a Foggia. 

Presidente della Camera Minorile di Capitanata.
Referente provinciale del Garante Regionale dei Minori.

Direttore della “Rivista di Diritto Minorile” (www.dirittominorile.it)

Già giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bari.
Già Garante della Provincia di Foggia per l’Infanzia e l’Adolescenza.

www.studiolegalearena.it