C'è chi aspetta due ore, chi si butta subito e chi mangia direttamente in acqua. Ma le nostre mamme avevano davvero ragione? Fare il bagno dopo aver mangiato è realmente pericoloso? Lo abbiamo chiesto a Roberto Albani, pediatra gastroenterologo.
Lei ha affermato che l’Italia è l’unico paese sulle cui spiagge i bambini devono subire un lungo conto alla rovescia prima di potersi finalmente tuffare in acqua e godersi un bagno in mare dopo aver mangiato. Perché?
Tutti coloro che hanno avuto un’esperienza su una spiaggia (o in piscina) in Nord America, in Nord Europa, in Asia ecc. hanno notato che nel resto del mondo nessuno osserva la regola tipica del nostro paese di aspettare un certo intervallo di tempo dopo mangiato per immergersi in mare, in piscina, o anche nella vasca del bagno di casa.
Non c’è bisogno di fare un grosso sforzo per costatarlo. Ci si deve solo chiedere il perché di questa differenza così marcata di atteggiamenti.
Quali sono i fattori che favoriscono l’annegamento e quali invece possono causare un malore in acqua dopo aver mangiato?
Quasi tutti i fattori che favoriscono l’annegamento sono abbastanza ovvi:
Non ci sono motivi per credere che l’aver mangiato subito prima del bagno favorisca dei malori. In realtà questo fatto non è elencato fra i fattori negativi in alcun tipo di situazione da nessun esperto del mondo al di fuori dall’Italia.
Cos’è lo shock termico?
Nonostante quanto si legge nel web in italiano, lo shock termico non ha nulla a che fare con l’aver mangiato prima di fare il bagno. E questo tipo di shock non si può verificare quando ci si immerge in acque che, nel peggiore dei casi, nei mari nordici, d’estate sono fra i 15 e i 20 °C . A parte qualche brivido e la sgradevolezza dell’esperienza, questo non causa alcuna conseguenza patologica all’organismo umano, che mette subito in atto meccanismi di adattamento adeguati. A meno che non si pensi a persone gravemente malate, o molto anziane o a un neonato prematuro.
Il vero shock termico è, invece, quanto accade ad una persona che subisce un’immersione improvvisa in acqua ghiacciata, cioè a temperature al di sotto di 0°C, indipendentemente dall’aver mangiato o no.
Chi si immerge o cade accidentalmente in acqua gelata rischia un infarto a causa dell’afflusso di sangue freddo dalla periferia del corpo al cuore o l’annegamento per inalazione di acqua dovuta alla iperventilazione che segue alla sensazione di gelo. Tuttavia, nelle persone allenate alle condizioni più estreme queste conseguenze non si verificano. Pensate, per esempio, all’abitudine dei finlandesi di buttarsi in acque gelate dopo la sauna, o al bagno in mare a capodanno in alcune spiagge del nord della Russia.
E, se proprio si desidera rischiare l’esperienza di buttarsi fra lastre di ghiaccio, l’aver mangiato non ha alcuna incidenza sugli effetti.
Come si dovrebbero comportare le mamme con bimbi molto piccoli? Valgono le stesse regole?
Un bimbo molto piccolo non fa eccezione: può fare il bagno a casa (o in braccio ai genitori nel mare) appena mangiato e anche a qualsiasi intervallo di tempo dopo.
Possiamo comunicare ufficialmente alle mamme italiane che dopo aver mangiato si può fare liberamente e serenamente il bagno a mare o in piscina?
Lo comunico molto volentieri e me ne prendo la piena responsabilità. Mi rendo conto di quanto sia difficile liberarsi di questo tabù, soprattutto in vista del fatto che la maggioranza dei medici qui da noi continuano ad alimentarlo. Ma mi farebbe un immenso piacere contribuire almeno un po’ alla fine di questo pregiudizio, davvero ridicolo, causa di inutili e stressanti conflitti con i figli al mare o in piscina…