logotype
img1
img2
img3

Facebook


Home design ideas

Twitter

                  

Cerca

Alimenti per bambini. Leggiamo le etichette e impariamo a far la spesa.

Succhi di frutta, bevande analcoliche, biscotti, merende, creme e budini confezionati spesso sono nei carrelli delle mamme convinte che siano la cosa “buona e giusta” per la merenda dei nostri figli. Un packaging colorato non vuol dire che contenga un alimento adatto per un bambino. Per non farci ingannare dal marketing delle aziende abbiamo chiesto alla nostra consulente in nutrizione un dettaglio molto preciso di cosa NON dovrebbe esserci scritto sulle etichette degli alimenti per piccoli. Ovviamente le indicazioni che seguono sono da intendersi salutari anche per l’alimentazione di noi adulti. Impariamo a far la spesa per tutta la famiglia attraverso l’intervista alla dott.ssa in Dietistica, Claudia Centoducati.

 

D. Cos è l’etichetta?

L’etichetta riportata sugli alimenti è un po’ come la carta d’identità del prodotto e consente al consumatore di conoscere meglio gli alimenti e acquisire una maggiore consapevolezza sulla loro provenienza e composizione.

D. In riferimento soprattutto ai prodotti per bambini quali sono gli ingredienti che dovremmo evitare e quali preferire?

Partiamo dagli zuccheri. Gli zuccheri o carboidrati sono importanti fonti di energia per il bambino. La prima regola è evitare quelli raffinati e preferire quelli integrali che liberano il glucosio in modo lento e costante nell’organismo.

Gli zuccheri raffinati (saccarosio, sciroppo di glucosio) oltre acontribuire alla formazione della carie dentaria, provocano nel bambino quel costante senso di fame e insoddisfazione metabolica dovuta al loro rapido assorbimento che determina poi un calo del glucosio nel sangue, influenzando negativamente lo stato psichico. Infatti questi zuccheri, aumentando i livelli di insulina nel sangue, causano poi un calo glicemico, fame e irascibilità del bambino, ipercinesie e malumori improvvisi di cui cerchiamo invece ragioni psicologiche.

L’insulina è l’ormone anabolico per eccellenza che stimola il deposito di grasso. Ricordiamo che il numero di cellule adipose si decide nell'infanzia e resta invariato per tutta la vita; in età adulta varierà solo il volume delle stesse!

L’uso di bevande dolcificate come succhi di frutta di preparazione industriale, the o altre bevande (aranciata e cola drinks) al posto dell’acqua è purtoppo diventata un’abitudine molto diffusa nel nostro paese. Agli spuntini è consigliabile preferire frutta fresca o mousse di frutta ai succhi di frutta confezionati. La frutta o le mousse di frutta non contengono zuccheri aggiunti e contengono fibra capace di tenere sotto controllo la secrezione di insulina. Al contrario i succhi non contengono fibra e sono addizionati da zuccheri raffinati. Da evitare inoltre i dolcificanti di sintesi come l’aspartame potenzialmente tossico. Evitiamo quindi le cosidette bibite light, diet, zero che contengono dolcificanti artificiali. In natura esistono molte alternative allo zucchero bianco (saccarosio). Il miele ad esempio è un alimento ricco di vitamine, viene assorbito più lentamente e può essere usato nelle tisane.

Da ricercare negli ingredienti dei prodotti già in commercio o da utilizzare nelle preparazioni domestiche di dolci e biscotti è consigliato lo zucchero integrale di canna biologico, che non subisce trattamenti chimici di raffinazione, ed è prodotto con un metodo artigianale e semplice e quindi rimane ricco di sali minerali (calcio, fosforo,zinco, magnesio) e vitamine (A, B1, B2, B5, B6, C, D, E). Da non confondere con lo zucchero di canna grezzo, che subisce trattamenti di raffinazione poco meno dello zucchero bianco.

Un’altra sostanza consigliata usata per dolcificare  è il malto o maltitolo, che deriva dalla germinazione di vari cereali, come il malto d’orzo o il malto di riso, con un contenuto di vitamine e sali minerali interessante.

D. Altro capitolo importante: i grassi. Capiamo meglio.

La suddivisione qualitativa dei lipidi è importante perché il tipo di grassi assunto determina la permeabilità e la fluidità delle membrane biologiche, può influenzare la risposta immunitaria e la regolazione del metabolismo del colesterolo. Nei primissimi anni di vita si verifica il "brain growth spurt" (la velocità di crescita cerebrale), lo sviluppo della risposta immunitaria e si sta regolando il sistema di feed-back del livello di colesterolemia.

Una eccessiva assunzione di acidi grassi saturi (burro, strutto, olio di cocco, olio di palma) favorisce l’aumento delle LDL, lipoproteine a bassa densità comunemente conosciute come colesterolo "cattivo".

L’acido oleico (presente nell’olio d’oliva) è il principale acido monoinsaturo ed è invece in grado di ridurre il livello di LDL lasciando inalterato il livello di HDL, lipoproteine ad alta densità o colesterolo "buono". Rappresenta quindi il lipide da preferire,  considerando anche che le sue proprietà positive non vengono danneggiate dal calore della cottura, come accade invece per gli oli ricchi di acidi grassi polinsaturi.

Gli acidi grassi polinsaturi sono l’acido linoleico (omega 6) e l’acido linolenico (omega 3), coinvolti in moltissimi processi metabolici e funzionali fra i quali la modulazione della risposta infiammatoria e lo sviluppo di funzioni neuro-cognitive.

Gli acidi grassi polinsaturi omega-6 abbassano la colesterolemia, riducendo i livelli plasmatici delle LDL (colesterolo "cattivo"). Questo beneficio tuttavia è in parte attenuato dal fatto che gli stessi acidi grassi omega-6 riducono anche il colesterolo HDL.

Gli acidi grassi polinsaturi omega-3 abbassano i livelli plasmatici di trigliceridi, interferendo con la loro incorporazione a livello epatico nelle VLDL. Per questo motivo possiedono un'importante azione antitrombotica.

Buone fonti di omega-6 sono gli oli di semi di girasole e di mais, la frutta secca ed i legumi.  Le migliori fonti alimentari di omega-3 sono gli oli di pesce, come l’olio di fegato di merluzzo e alcuni tipi di pesce azzurro come le acciughe, il salmone, gli sgombri ed i semi di lino.

Gli acidi grassi trans sono il prodotto dell’idrogenazione di acidi grassi insaturi (un processo utilizzato nella produzione di margarine), che causa maggiore stabilità del grasso per necessità tecnologiche ma altera profondamente le proprietà positive degli acidi grassi polinsaturi. Nella forma trans questi grassi hanno un effetto ipercolesterolemizzante simile a quello dei grassi saturi.

D. La discussa indicazione “oli vegetali non idrogenati” cosa vuol dire? Dobbiamo fidarci?

L’indicazione in etichetta " oli vegetali non idrogenati " vuole rassicurare il consumatore sulla qualità delle materie prime ma in realtà significa soltanto che i grassi utilizzati non sono grassi trans cioè acidi grassi insaturi idrogenati. Questi oli vegetali sono usati nell’ industria dolciaria e nella pasticceria industriale, hanno un costo basso e una buona resa in termini di gusto e lavorabilità. Purtroppo non si tratta del sano olio di oliva extravergine o degli oli di girasole o di mais spremuti a freddo ma dei ben più dannosi oli di cocco e di palma o palmisti. Questi oli hanno un tenore assai elevato di acidi grassi saturi e quindi non possono ritenersi favorevoli alla salute. L’ olio di cocco contiene l’ 87 % di acidi grassi saturi. L’olio di palma circa il 50 %, l’olio di cuore di palma anche l’ 80 %. In conclusioneè consigliabile evitare di consumare  prodotti con le diciture in etichetta: oli vegetali non idrogenati, margarina (oli vegetali idrogenati), oli vari  (in cui non è specificato il tipo), olio di palma o di cocco (oli tropicali saturi). Cercheremo invece di reperire o di preparare in casa prodotti fatti con olio extravergine d’oliva,olio di girasole, olio di mais, olio di sesamo, olio di arachidi, olio di soia.

Per ulteriori approfondimenti, scriveteci le vostre domande Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.