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Mamme in lacrime e bambini che non mangiano

Nel consultorio famigliare dell’Associazione Pollicino e Centro Crisi genitori Onlus – Centro per la Clinica dei disturbi alimentari in età pediatrica – spesso siamo contattati da genitori di bambini piccoli, cioè sotto i tre anni di età, che “non mi mangiano niente” o “mangiano” solo latte e biscotti e non assaggiano niente di quello che cuciniamo” o ancora “sputano la pappa e girano la testa di fronte al cucchiaino” . In genere in queste occasioni è la mamma del piccolo a chiedere aiuto e lo fa in un modo che lascia trapelare una forte ansia e un grande vissuto di fallimento. Per esempio, può accadere che le mamme nel descrivere il comportamento del loro bambino con il cibo, siano colte da improvvisa emotività riuscendo finalmente a piangere e ad esternare la loro profonda preoccupazione e impotenza. Questa tristezza spesso rivela l’esistenza di una ferita, una frustrazione, che scaturisce dallo stesso rifiuto alimentare dei loro piccoli. L’esperienza consultoriale, quindi, ci ha portato a leggere un fenomeno che si ripete spesso e si traduce un binomio sempre più presente: nel bambino piccolo un comportamento alimentare improntato al rifiuto e nella madre un vissuto emotivo di grande tristezza.

Più il bambino non mangia e più la mamma è triste, si sente rifiutata, si colpevolizza o si denigra come madre; più la madre è triste e frustrata, magari sola nella sua maternità, meno il bambino è disposto a mangiare.

La preoccupazione costante di alcune neo mamme

Vi sono alcune neomamme che vivono l’esperienza della maternità preoccupandosi costantemente e cercando di essere la “mamme perfetta”. Nell’epoca contemporanea le aspettative delle donne su di sé sono altissime: autonomia, cura della propria femminilità, accudimento dell’altro e della propria casa e, possibilmente, piena soddisfazione di sé! Esasperando un po’ ma non così tanto in fondo, si potrebbe dire che da una donna che diventa madre ci si aspetta che trovi un equilibrio passando dalla manager sempre connessa al suo Blackberry, alla compagna di mister 50 Sfumature di grigio, alla mamma che ricama il corredino al proprio bebè e partecipa alle riunioni di classe portando un dolce fatto in casa. In questa cornice, qualsiasi circostanza nuova vissuta come inattesa o problematica, può ostacolare una giovane donna alle prese con il proprio bebè nella lettura dei messaggi che questi le invia con il suo linguaggio ancora di difficile comprensione (pianti, sorrisi, agitazione). Un bambino che non mangia o che mostra una qualsiasi difficoltà in uno dei tre ambiti – pappa, cacca, nanna - che per una mamma segnalano il buon funzionamento della crescita del figlio e del suo essere madre, può significare per la donna una crisi e una ferita profonda.

Alcune madri si sentono profondamente in colpa e si vergognano nello scoprirsi inaspettatamente fragili e poco inclini a comprendere i messaggi del proprio bambino. La tristezza materna, che può nascere in queste circostanze, tende a influenzare la capacità della madre di assumere la prospettiva del figlio e di comprendere che cosa il figlio abbia in mente o desideri. Si tratta di madri molto brave a cogliere le necessità fisiche del bebè ma che possono avere qualche difficoltà a capire cosa il figlio vuole. Ecco allora che al pianto del bambino è facile rispondere cercando di saziare il bisogno che egli sembra mostrare, la fame. Dare il latte, nutrirlo, è la prima risposta che una mamma in questi casi può utilizzare.

La risposta del bambino che rifiuta il latte, mostrando che cerca altro, può allora far soffrire la madre, frustrarla, poiché ritiene di non essere riuscita ad interpretare correttamente il suo pianto.

------> Ascoltare i vissuti dei genitori

L’ascolto e l’accoglimento di questi vissuti, che possono andare dalla semplice tristezza fino a quelli di tipo depressivo, è indispensabile.

La frase: “Il mio bambino non mi mangia”, deve poter essere ascoltata e accolta. Queste mamme sembrano essere tristi, depresse, per la bocca chiusa del proprio bebè!

I disturbi alimentari precoci e la tristezza delle mamme rappresentano due poli opposti di una batteria elettrica che rischia un cortocircuito e che richiede un ascolto attento e neutrale. Il lavoro che viene offerto a queste mamme dal consultorio dell’Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus è quello di contenere il rifiuto alimentare del bambino per contenere il vissuto materno e viceversa, al fine di alleviare il braccio di ferro intorno all’alimentazione del bambino. Allo stesso tempo, però, il comportamento del bambino può offrire alla madre una chance attorno alla quale fare delle riflessioni preziose circa la sua maternità e il suo essere donna!

Accogliere e comprendere un certo disagio della maternità è una premessa fondamentale per comprendere il possibile disagio dei bambini. Il disagio della maternità se non viene sciolto progressivamente può divenire un messaggio che trova come unico interlocutore il bambino! In quest’ottica il lavoro di ascolto psicologico, finalizzato a dare dignità al disagio della madre è un primo atto di prevenzione del disagio infantile!

Di questo tema e di come comprendere e superare i momenti di crisi della maternità ne parlano Aurora Mastroleo e Laura Arcaro nel volume Il pianto della mamma, red! 2013

Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus


 L’associazione Pollicino è una onlus formata da un’equipe di specialisti, tra i quali psicologi, psicoterapeuti, psicoanalisti e pediatri, che da sette anni si occupa di promuovere importanti iniziative volte alla cura e alla prevenzione dei disturbi alimentari in età pediatrica e adolescenziale. Disordini come anoressia, iperfagia e obesità contrariamente a quello che comunemente si possa pensare, compaiono sempre più spesso precocemente, sin dai primi anni di vita del bambino: l’Associazione opera dunque su più fronti, per sensibilizzare genitori, educatori e specialisti su questi temi ancora poco conosciuti, per fornire supporto alle famiglie che stanno vivendo questo tipo di problematiche e infine, in ambito scientifico, per continuare l’importante lavoro di ricerca sul tema testimoniato da numerose pubblicazioni.

Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus - Via Leone Pancaldo 1, Milano - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.pollicinoonlus.it - 800.644.622