logotype
img1
img2
img3

Facebook


Home design ideas

Twitter

                  

Cerca

Episiotomia: cos'è e quando serve

L’episiotomia è un intervento chirurgico effettuato durante il parto: è un vero e proprio taglio a livello del perineo (lateralmente alla vagina) per poter così allargare il canale del parto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera questa operazione “dannosa, tranne in rari casi“. Ne parliamo oggi con Elisabetta Colazzo, ostetrica esperta di pavimento pelvico, in forze al Di Venere di Bari.

L’ episiotomia è una operazione chirurgica che consiste nell’ incisione chirurgica (tomia ) del perineo, (effettuata nell’ultima parte del secondo stadio del travaglio di parto ) attuata per allargare il canale del parto (la vagina), favorire l’espulsione dell’estremo cefalico, riducendo le lacerazioni perineali spontanee. L’episiotomia deve essere preceduta da un’adeguata informazione della gestante e dall’infiltrazione locale con anestetico e deve essere praticata solo in caso di effettiva necessità. Purtroppo nei tempi passati era una procedura che veniva praticata a tutte le donne di routine perché si pensava potesse prevenire il prolasso uterino e vescicale, le lacerazioni o altri traumi.

Le ultime evidenze scientifiche hanno invece evidenziato come una lacerazione di I o II grado sia meglio di una episiotomia e invitano a ridurre l’uso di questa pratica e usarla solo quando è realmente necessaria. A tal proposito anche l’OMS raccomanda di limitarla ai casi necessari , ma purtroppo in molti reparti è tutt’oggi praticata in oltre il 65% dei parti contro il 5%-10% raccomandato dall’OMS.

L'episiotomia migliora gli esiti del parto? Quando serve?

L’episiotomia risulta indicata se:

  1. c’è un qualsiasi indizio di sofferenza fetale mentre il bambino è nel canale del parto;
  2. il parto avviene troppo rapidamente, non dando il tempo alla vagina di dilatarsi naturalmente;
  3. la testa del bambino è troppo grande per passare attraverso il canale del parto;
  4. le spalle del bambino sono bloccate ;
  5. si è nella situazione di parto podalico;
  6. si rende necessario l’uso del forcipe e/o ventosa ostetrica.

In Italia è praticata sul 65% delle partorienti. Perchè?

Perche si ritiene che:

  1. essa riduca l’incidenza di traumi perineali ;
  2. minimizzi l’insorgere della disfunzione post- partum del pavimento pelvico alleggerendo il danno al muscolo dello sfintere anale;
  3. riduca la perdita di sangue nel parto;
  4. protegga il neonato da traumi.

Tuttavia non esiste evidenza che manovre di sostegno del perineo o la realizzazione dell’episiotomia sistematica riducano il trauma delle strutture perineali ed il rischio di incontinenza urinaria o prolasso genitale a distanza dal parto.

Se non è davvero necessaria come può una mamma evitarla?

L’episiotomia può essere evitata con alcuni accorgimenti, ma soprattutto dando ai tessuti il tempo di distendersi naturalmente e raccomandando alla partoriente di non spingere violentemente ma dolcemente . La donna non dovrebbe mai cominciare a spingere prima di avere avvertito la sensazione di premito (paragonabile alla sensazione di necessità impellente di andare in bagno) e comunque dovrebbe farlo non in apnea bensì accompagnando la spinta con l’espirazione prolungata. Se la donna durante il travaglio e il periodo espulsivo, il momento in cui la donna spinge per far nascere il bambino, assume delle posizioni verticali come accovacciata, in piedi, carponi, inginocchiata, e continua a muoversi il rischio di lacerazioni diminuisce perchè il perineo ha tempo di distendersi aiutato dalla pressione della testa del bambino. Quindi per ridurre le lacerazioni e anche il ricorso all'episiotomia la donna dovrebbe assumere posizioni libere e verticali e muoversi, il movimento aiuta anche la discesa del bambino per il bacino e può aiutare a ridurre i tempi e il dolore che la donna avverte. Massaggio del perineo: Consigliato dalle ostetriche a partire dalla 34esima settimana di gravidanza, migliora l’elasticità del tessuto perineale, riducendo il rischio di lacerazioni. Inoltre usato dopo il parto sostiene un più veloce recupero del tessuto.


Quali sono i problemi del post-episiotomia

Ricevere una episiotomia potrebbe aumentare il dolore perineale e il disagio nel periodo post- partum, rendendo difficoltoso il defecare, episodi di incontinenza urinaria, e una disfunzione sessuale a breve termine. Come in qualsiasi altro intervento chirurgico ci può essere il rischio di infezioni. Tuttavia, con le cure e l’igiene adeguate è possibile ridurre al minimo il dolore e favorire la guarigione più rapida.

Dopo quanto tempo si può ricominciare a camminare e a sedersi come prima del parto?

Il perineo è uno dei tessuti del nostro corpo a più rapida guarigione. Quindi, la ferita a guarisce nel giro di poche settimane dall'intervento chirurgico. Camminare è il miglior esercizio durante il periodo di recupero in quanto favorisce la circolazione del sangue della regione pelvica promuovendo così una guarigione più rapida. I muscoli pelvici indeboliti possono trarre forza dalla riabilitazione del perineo e grazie agli esercizi di Kegel. 


Per ritornare ad avere un’intimità col proprio partner?

L’episiotomia potrebbe rendere complicati i rapporti sessuali rendendoli dolorosi e facendo sì che il tessuto erettile della vulva venga rimpiazzato da tessuto fibrotico. La lacerazione spontanea guarisce prima e normalmente con meno complicazioni rispetto all’incisione chirurgica, con benefiche ricadute sul benessere generale ed il sesso dopo il parto.


Cosa ti senti di consigliare a noi mamme?

L’ informazione e la conoscenza sono essenziali per favorire sicurezza e fiducia in sé e secondo vari studi sulla soddisfazione materna, la donna valuta molto il sentirsi coinvolta nel prendere decisioni, il sentirsi in controllo della situazione stessa. Talvolta il basso livello d’informazioni da parte della donna sui rischi e benefici delle varie procedure assistenziali la induce a rifiutare il dolore e la fatica di un parto normale, e talvolta è proprio la donna a richiedere il cosiddetto“taglio”, piuttosto che l’epidurale o il taglio cesareo. Io consiglio alle donne di informarsi, di praticare i corsi di accompagnamento alla nascita, di valutare attentamente la struttura dove andare a partorire, per essere genitori consapevoli sin dall’inizio.


Cosa significa oggi partorire naturalmente?

Significa avere fiducia nella naturalità dell’evento nascita, nelle forze e capacità delle donne di “saper partorire e nei bambini di saper nascere.” Significa trovare degli operatori, ginecologo e ostetrica, che siano fautori della fisiologia, che riescano ad espletare il cosiddetto “parto intelligente”, nel quale si interviene con pratiche medicalizzanti solo quando è veramente necessario, rispettando dunque la naturalità dell’evento, la donna e il nostro stesso lavoro.