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Bimbi digitali. Tra dubbi e "doveri educativi".

Abbiamo intervistato in esclusiva Roberta Franceschetti, ideatrice di Mamamò, primo blog italiano dedicato alle App per bambini. 

Di fronte al dilagare di videogiochi, smartphone e tablet a portata di bambino, le mamme si trovano spesso spiazzate e vengono assalite da dubbi e timori sui potenziali pericoli per i propri figli. Quali sono le paure principali?

La mamma che pensa al digitale pensa a giochi con ritmi frenetici che sovreccitano il bambino, al pericolo della dipendenza, alla passività, alla perdita di creatività. Dalla ricerca #NatiDigitali che abbiamo condotto su un campione di 1000 genitori, in collaborazione con Nati per Leggere è emerso come il digitale venga in generale associato agli aspetti negativi e ai pericoli attribuiti da un lato ai videogiochi, dall’altro al web. Si tratta di pregiudizi spesso derivanti da una conoscenza limitata di tutte le opportunità educative che i contenuti digitali offrono ai bambini. Ci sono app che avvicinano i bambini in modo giocoso alle competenze scolastiche di base, app per disegnare o costruire creative quanto un foglio e una matita tradizionali o una scatola di Lego. Temete che i vostri figli perdano la magia del libro cartaceo? Per mio figlio Toca Hair Salon è altrettanto magico. E non deve certo sostituire il libro di carta.

Poi ci sono tutti i timori legati alla rete, ai social network, agli acquisti in-app e alla possibilità che i dati del mio bambino vengano registrati e utilizzati a scopi pubblicitari. Per i bambini più piccoli basta utilizzare una serie di accortezze come inibire gli acquisti in-app e l’accesso a internet sul dispositivo che date a vostro figlio. Inoltre, l’App Store ha recentemente inaugurato una nuova categoria “Ragazzi”, che a tutela degli utenti minori ha regole molto più restrittive in termini di rispetto della privacy e link esterni. Speriamo che anche gli altri store si adeguino presto. Per i ragazzi più grandi, a parte i sistemi di parental control che potete attivare, credo che l’unico modo realmente efficace per evitare i pericoli sia instaurare un rapporto di fiducia aperto e magari “scoprire” la rete insieme a loro.

Quale credi sia il rapporto più sano da tenere nei confronti del mondo digitale?

L’universo digitale rappresenta un orizzonte imprescindibile per i nostri figli. Ogni scelta educativa è legittima, per cui un genitore può ovviamente decidere di “proteggere” il proprio figlio non esponendolo agli schermi, nella convinzione che i giochi tradizionali siano più creativi e più sicuri. Ma deve rendersi conto che lo farà crescere sotto una campana di vetro e che prima o poi quel bambino dovrà confrontarsi con un mondo in cui l’alfabetizzazione digitale è fondamentale. Penso che ai nostri figli non basti saper usare il pacchetto Office e i browser di navigazione internet. Dovrebbero proprio imparare la logica interna del digitale, con lezioni di programmazione nelle scuole, con strumenti come Scratch – che tra l’altro dimostrano la dimensione creativa dell’informatica.

Personalmente ritengo che “accompagnare” i bambini nella scoperta del digitale sia uno dei doveri educativi di un genitore oggi. Solo affiancandoli, giocando con loro – anche ai videogiochi e su smartphone – possiamo educarli a scegliere i migliori contenuti, a individuare gli eventuali pericoli, a gestire emotivamente le insidie della realtà virtuale. Il che non vuol dire quindi utilizzare i dispositivi come baby sitter elettroniche, come spesso purtroppo accade, ma avere un approccio di condivisione simile a quello che abbiamo quando leggiamo insieme a loro un libro cartaceo. Diverse ricerche dimostrano che i bambini apprendono di più se condividono il gioco con un adulto.

A quale età secondo te è opportuno iniziare a utilizzare i dispositivi digitali?

I pediatri americani sconsigliano di esporre i bambini agli schermi prima dei due anni. Il che vuol dire telefonini e pc, ma anche televisione. Oltre a potenziali pericoli per la vista, sottolineano come i bambini piccoli abbiano un enorme bisogno di interazione con mamma e papà, che rischia di perdersi nel momento in cui si ha la mediazione di uno schermo. Per questo su Mamamò segnaliamo applicazioni dai due anni in su.

Ci consigli qualche app?

Su Mamamò recensiamo e rendiamo accessibili le app a seconda dell’età dei bambini e del genere di applicazione. Quindi il modo migliore per scoprirle è cercarle sul sito in base alle proprie esigenze. Però posso segnalare alcune di quelle che ritengo più utili e divertenti e, cosa non secondaria, che sono disponibili in italiano:

Per giocare:

Per imparare:

 

Per leggere:

 

Per creare: