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Viaggiare di più. Con gli occhi di un bambino.

Siamo rientrati da poche ore dal viaggio di cui vi abbiamo anticipato qualche giorno fa: Bruxelles&Amsterdam. Siamo partiti da Bari al mattino con Ryanair.

Due bagagli a mano, un passeggino (portato sin sotto la stiva con bimbo dentro), una borsa con un cambio. Il posto a sedere assegnato per Oscar è stato su di me. Non comodissimo ma effettivamente più sicuro.

 

L’eccitazione era tanta. Ha subito capito che avremmo volato con quel mezzo gigante con ali. Ci siamo messi in seconda fila (scegliendo) vicini al finestrino. Al decollo una bella risata di emozione. Il primo volo del primo viaggio vero era cominciato. Un paio d’ore di intrattenimento con giochini, pezzi di pane e un po’ di relax sul petto di mamma. Sono passate velocemente senza nemmeno una lacrima o uno strillo di impazienza. Ho capito che un bambino sa attendere, molto più di un adulto perché non conosce la fretta.

Siamo arrivati a Bruxelles in tempo per il pranzo. Un pullman prenotato da qui – meno costoso e più veloce – ci ha portati in stazione centrale. Lì c’era zia Flaminia ad attenderci.

Lasciati i bagagli, è cominciata così la prima esperienza di viaggio. Un pic nic sul prato in un parco. Con tanto di tovaglia, cestino, posate. Confesso che anche per me è stata la prima volta. Bellissimo. Unico. Una parte della famiglia riunita attorno alla natura. Scalzi, spettinati e felici.

Nel pomeriggio ci siamo diretti nel b&b prenotato da mia sorella. Concettualmente preferiamo l’accoglienza di questi luoghi speciali piuttosto che quella un po’ convenzionale degli alberghi. E infatti aperto il portone di questo palazzo in stile liberty in una zona molto tranquilla del centro di Bruxelles, si è spalancato un mondo. Opere d’arte, libri e musica classica. Un proprietario francese che parlava benissimo l’italiano e un’atmosfera molto chic ma da grande casa. Una stanza molto grande per la colazione con arredi di legno, curata in ogni dettaglio. La nostra stanza era al secondo piano senza ascensore. Poco male rispetto a ciò che offriva la location nel suo insieme. Una bella stanza affacciata su un giardino con quadri ai muri e una credenza piena di saponette da collezione. Oscar era subito a suo agio. Perfetta.  Ah dimenticavo…si chiama Chambresenville. Lo consiglio a coloro che amano le atmosfere informali e i dettagli nell’arredo.

Nel tardo pomeriggio abbiamo camminato a piedi per orientarci nella grande Bruxelles. Molti negozi, molti parchi ma anche molti borseggiatori. Peccato.

Il giorno dopo il programma era già bello che pronto. Una gita ad Amsterdam che dista un paio d’ore in pullman. Sveglia presto, metropolitana (con passeggino) per la stazione e via alla rotta della città sui canali. Appena arrivi capisci subito di essere in un luogo diverso. Civile, pulito, pieno di bicilette, con tanta gente simpatica. E capisci anche di essere in un luogo libero. E non solo dal punto di vista più noto in Europa. Abbiamo girato molto a piedi con soste strategiche per far scendere Oscar e farlo camminare lungo i canali, bellissimi. Era eccitato, entusiasta. Ha capito perfettamente di essere in un altro luogo. Non a casa ma in un posto bello abbastanza da meritare una gita di famiglia. Un po’ col papà un po’ con la mamma ha fatto la sua prima passeggiata in una capitale europea. Non ci siamo risparmiati giri nei quartieri più ‘particolari’, del resto non c’era nulla che un bambino non potesse vedere. Onestamente mi fanno molta più impressione le prostitute agli angoli di strade abitate – magari vicine ai giardini dove i bimbi giocano – che donnine in abiti succinti in vetrina. Certo, mio figlio non è nell’età delle “domande difficili” alle quali rispondere.

Per i pasti e i cambi di pannolino ci siamo arrangiati con vasetti acquistati in un market a Bruxelles e passeggino reclinato a mo’ di fasciatoio on the road. A mio parere più igienico di qualsiasi altra location. Se il tempo è buono si può fare tutto all’aperto, in caso contrario diventa più difficile. Bisogna essere velocissimi e abili, questo sì. Io ho provveduto anche ad un cambio di abbigliamento per il pomeriggio.

Il rientro da questa bellissima gita è stato assonnato. Eravamo stanchi ma con gli occhi pieni di bellezza e novità. Oscar soddisfatto e distrutto. Credo abbia imparato molte cose dalla sua prima escursione vera.

I giorni seguenti a Bruxelles abbiamo passeggiato molto per mercatini, siamo stati con la zia che vediamo poco, abbiamo conosciuto i suoi amici e parlato molte lingue. Ho capito che un bambino che ancora non parla bene, comprende tutto perché ancora abituato a leggere tra le righe, i linguaggi del corpo e dell’anima, spesso trascurati dagli adulti. Oltre ad una naturale predisposizione ad apprendere. Un pomeriggio siamo anche capitati in un parco pubblico attrezzato con giochi e intrattenimento gratuito per i bimbi con musica e merenda. Gente di tutto il mondo con cui scivolare e dondolare. Oscar perfettamente a suo agio e amico di tutti, ovviamente.

Se dovessi esprimere in una frase il resoconto di questo viaggio: un’esperienza in 3 è molto diversa da una in 2 e non per quello che non puoi fare ma per tutto quello che in più riesci a vedere con gli occhi di un bambino. Ci scuserete, care mamme, se non abbiamo fornito consigli per i vostri viaggi ma abbiamo capito che per sua natura un’esperienza va vissuta in modo personalissimo, con il pieno coinvolgimento di un figlio in ogni aspetto. Solo così si impara a viaggiare, anche restando a casa.