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"Bphone U10" , il primo cellulare pensato per la sicurezza dei bambini

Di fronte al dilagare di smartphone e tablet a portata di bambino, le mamme si trovano spesso spiazzate e vengono assalite da dubbi e timori sui potenziali pericoli per i propri figli. Oggi vi parliamo di un nuovo prodotto tutto italiano: si chiama "Bphone U10" ed è il primo cellulare pensato per la sicurezza dei bambini. Questo piccolo gioiello tecnologico, distribuito da Datamatic, è stato totalmente ideato e progettato da 21am e sostenuto da GioMax Corporation.

bPhone U10 è stato pensato (dagli accorgimenti sull'apertura del vano batteria fino all'utilizzo di vernici particolari) appositamente per essere utilizzato a partire dai 36 mesi di vita ma ciò non toglie che possa essere usato anche dagli anziani. Ne parliamo oggi con gli ideatori nonchè co-fondatori di 21am, Adam James Cavallari e Andrea Alessandri.

 

Andrea Alessandrini1. Come è nata l’idea e qual è la vostra mission?

(Adam) L’idea nasce da un insieme di coincidenze.
Andrea ed io stavamo già lavorando su un prodotto di telefonia per bambini; questa informazione deve essere giunta, attraverso il nostro network all’Ing. Rimonti, l’amministratore di Giomax Corporation, che ci ha contattato per un incontro. Ci ha mostrato un prodotto sviluppato da una manifatturiera cinese, intenzionata a vendere sul mercato italiano lo stesso prodotto già distribuito sul mercato asiatico e russo. Si trattava semplicemente di un telefono capace di chiamare solo 4 numeri configurabili. Abbiamo così cominciato a pensare ad un prodotto nuovo; un prodotto, come amiamo dire noi, “davvero per tutti”, semplice da usare e con funzionalità utili ad un genitore. Infatti, in 21am la nostra mission è proprio questa: mettere in discussione un prodotto di consumo ed adattarlo al meglio alle necessità quotidiane dei nostri giorni. Seguendo quest’ottica, vi accorgerete facilmente che qualsiasi prodotto meriterebbe un’evoluzione!

2. Come funziona tecnicamente bPhone U10?

(Andrea) Il bPhone U10 è un telefono cellulare con integrato un sistema di localizzazione GPS. Si imposta con dei messaggi di configurazione inviati via SMS da un telefono il cui numero è l’unico autorizzato; in questo modo è una sola persona a decidere quali numeri il bPhone può chiamare. Tutti poi possono chiamare il numero associato al bPhone ma solamente i 3 numeri salvati possono chiedere la posizione, semplicemente mandando un SMS il cui contenuto è la parola “Trova”. Le funzionalità e le sue limitazioni sono volte alla massima tutela della sicurezza del bambino.

3. Perché questo nome e questi colori (Giallo, rosso e verde)?

(Adam) Il nome è una scelta di Giomax, e speriamo sia di buon auspicio, poiché è sua volontà portare sul mercato altri prodotti tecnologici dedicati ai bambini. D’altronde se osserviamo le tendenze del mercato, l’utilizzo di strumenti tecnologici da parte dei bambini è in deciso rialzo; tuttavia sono ancora pochi i dispositivi che realmente soddisfano la diverse esigenze legate alle varie fasi della crescita dell’individuo. In parole povere, i bambini usano gli strumenti degli adulti. Per questo sono enormi le potenzialità del mercato, tanto quante enormi sono le responsabilità di un progettista nel realizzare un dispositivo tecnologico avanzato che sia un compagno per l’infanzia. La scelta dei colori invece è stata dettata dalla volontà di non identificare l’oggetto in base a banali associazioni (tipo rosa per le bimbe e azzurro per i maschietti), ma sfruttare invece la vivacità di colori appariscenti e più comunicativi.

 

4. E’ impermeabile e/o resistente all’acqua?

(Andrea) Possiamo dire che il bPhone U10 non è impermeabile, ma sicuramente lo sarà il prossimo prodotto in corso di sviluppo!

5. Quanto è resistente agli urti?

(Adam) Parecchio resistente. Io lo uso regolarmente come secondo telefono ormai da un bel po’, (come Cuore ho Sara, la mia compagna; Andrea come Stella e l’Ingegnere Rimonti come Triangolo) e non lo tratto affatto bene.

6. E’ necessario utilizzare una sim voce o voce e dati?

(Andrea) Il bPhone U10 funziona con una SIM voce. Non genera traffico dati per cui basta una normalissima ricaricabile ed il gioco è fatto.

7. In che modo il genitore può monitorare il bambino?

(Adam) Semplicemente mandando SMS al proprio bPhone.
La posizione viene poi comunicata dal bPhone allo smartphone mittente con due diversi messaggi. Il primo comunica l’area,  utilizzando la tecnologia di triangolazione delle celle telefoniche e necessitando quindi solo di una copertura telefonica GSM. Questa posizione ha una precisione di circa 50 mt, ed è quindi utile per capire la zona dove si trova il bPhone. La seconda comunicazione invece arriva entro 2 minuti dalla prima e sfrutta la tecnologia GPS, che ha una precisione di 1 mt ma funziona solo all’aperto, basandosi su segnale satellitare.
Infine, anche con una semplice telefonata.

8.  In caso di furto o smarrimento può essere rintracciato come un normale smartphone?  

(Andrea) Certamente si. Anzi, anche meglio, dato che il bPhone è in grado di comunicare indipendentemente la propria posizione, cosa che molti smartphone non riescono a fare.

9. Quanto dura la batteria?

(Adam) La batteria dura tantissimo. Noi abbiamo personalmente testato il prodotto ed una batteria carica al 100% garantisce un’autonomia di conversazione di circa 360 ore (anche se dichiariamo meno viste tante variabili nella qualità della rete telefonica). In stand-by poi.. Andrea ha avuto un bPhone acceso in ufficio per quasi 20 giorni. Ci siamo accorti di lui solamente quando ha cominciato a dare l’avviso di batteria scarica! La durata della batteria è stata una delle nostre priorità. Inoltre se la batteria scende sotto la soglia del 15%, un SMS avvisa il contatto principale che la batteria sta per scaricarsi.

10. Avete già in cantiere nuovi prodotti?

(Andrea) Ebbene si. Come 21am abbiamo attualmente 3 prodotti in sviluppo, con 3 diversi mercati di riferimento. Come “Design Factory” Italiana, la nostra principale difficoltà è trovare investitori italiani decisi a investire capitali nelle nostre idee. Idee che non sono semplicemente intuizioni, ma prodotti completi non solo dal punto di vista tecnico ma anche validati dal punto di vista delle possibilità commerciali. Per farvi un esempio, abbiamo in sviluppo un nuovo prodotto sul quale esiste concreto interesse da parte di una grande azienda di servizi europea, per un primo lotto di 5000 pezzi; un altro è oggetto di potenziali ordini da parte di operatori telefonici internazionali. Nonostante tutto questo, l’investimento per l’avvio d’impresa rappresenta il grande limite di questo Paese, stiamo quindi lavorando per attirare capitali stranieri, anche se ciò fa male al nostro amor di patria. Dopotutto, il bPhone U10 è la prova che la collaborazione tra società italiane votate ad uno scopo comune è non solo una via possibile ma anche una soluzione valida. Vedremo quel che accadrà in futuro.